Descrizione
La bambina con il pigiamino giallo, ci introduce nell’universo psichico delle bambine, rivelando aspetti spesso nascosti o sottovalutati da noi adulti. Il titolo del libro non è stato scelto a caso, il pigiamino giallo, con il suo richiamo a un colore brillante e gioioso vuole rappresentare quell’allegria che spesso maschera una profondità e una malinconia insospettate. Ma ciò che rende questi racconti unici è il modo in cui svelano le molteplici sfumature dell’infanzia, non stiamo parlando delle tipiche bambine spensierate, ma di giovani anime che comprendono, percepiscono e sentono molto più di quanto si potrebbe immaginare.
“La bambina con il pigiamino giallo” è un invito a vedere il mondo attraverso gli occhi dei bambini, per riconoscere la loro saggezza e capire che, anche nei momenti più bui, possono offrirci una prospettiva unica e illuminante.
L’autrice Annalisa Manelli, nota Lisa, è nata ad Iglesias, una cittadina mineraria della Sardegna sudoccidentale, dove vive e lavora come psichiatra, psicoterapeuta sistemico-relazionale. Ha effettuato studi sulle favole e sui bambini e ha pubblicato lavori scientifici in campo psicologico su tali temi.
Nota dell’autrice
La bambina con il pigiamino giallo, titolo di questo libro, riporta in parte il titolo del primo racconto e apre un filone di racconti e favole che hanno come protagoniste delle bambine. Non è certo un titolo scelto a caso perché il pagliaccio è simbolo di un’allegria che si cela dietro una malinconia. Questi racconti hanno come protagoniste tante bambine o, meglio, tanti aspetti di bambine che non sono certo quelle figure allegre e spensierate che non si rendono conto del mondo che le circonda; invece, sono in grado di capire molto più di quanto si possa pensare. Sono in grado di vedere e sentire cose che, spesso si è portati a pensare che non le riguardino.
I bambini ci guardano titolo di un film del 1943 diretto da Vittorio De Sica, tratto dal romanzo Pricò di Cesare Giulio Viola, rende bene questo concetto.
I bambini, in questo caso le bambine, ci guardano, ci scrutano, ci leggono dentro e spesso si rendono conto di cose da cui noi vorremmo preservarle. Si rendono conto delle nostre sofferenze e soffrono con noi, possono vivere la morte e non andrebbero mai allontanate da essa pensando, come si faceva un tempo quando i bambini venivano allontanati da questa realtà, che non debbano assolutamente viverla. La morte così si trasformerà, in loro, in un fantasma e, tenderanno a chiudersi in sé stessi e soffrire in silenzio.
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